“ Durante il suo lungo cammino per raggiungere un lontano santuario, un pellegrino si imbatté in un’enorme cava dove alcuni uomini stavano scolpendo dei grossi blocchi di pietra. Gli uomini erano tutti sudati, pieni di polvere e visibilmente affaticati. Il pellegrino si avvicinò al primo uomo che batteva con fatica il martello sulla pietra e gli chiese: “Che cosa stai facendo?” L’uomo, molto irritato, gli rispose: “Non lo vedi? Sto martellando a fatica questa stupida roccia e non vedo l’ora di finire questo maledetto lavoro per tornarmene a casa”. Più in là c’era un secondo spaccapietre ed il pellegrino gli rivolse la stessa domanda: “Cosa stai facendo?”. L’uomo, che sembrava più diligente ed interessato al suo lavoro, rispose: “Sto lavorando questo blocco di pietra per costruire un muro. E’ un lavoro molto faticoso ma lo faccio per mantenere la mia famiglia”. Il pellegrino continuò a camminare e si imbatté in un terzo spaccapietre. Anche questi era molto stanco e sudato, batteva con fervore il martello sulla pietra scolpita egregiamente e di tanto in tanto si fermava per ammirare il suo lavoro. Alla domanda “Cosa stai facendo?” l’uomo sorrise e rispose con orgoglio: “Non vedi? Sto costruendo una Cattedrale!” e guardò in alto indicando la grande costruzione che stava sorgendo sulla cima della montagna”. Non è dato conoscere il nome di colui che ha scritto “la Storia dei tre spaccapietre”, e nemmeno in occasione di quale evento sia stata pensata. E’ certo che nel 1959, durante un discorso alla Camera dei Deputati, Pietro Nenni ne pronunciò una variante, diversa per forma ma identica nella sostanza; ed è proprio da quel discorso che l’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, prese spunto per scrivere un’ importante opera, intitolata: “Costruire una Cattedrale”. Capita spesso, anche durante corsi di formazione aziendali, di sentire questa storia come esempio di motivazione, proprio per comprendere quanto sia importante vivere il lavoro in un modo migliore, semplicemente cambiando l’approccio col quale lo si affronta. Devo ammettere che quando mi capitò di sentire per la prima volta questa storia ne rimasi fortemente colpito: mai avrei immaginato che così poche parole riuscissero a farmi riflettere così profondamente. Ho capito che la motivazione, il senso di appartenenza, l’entusiasmo, il coinvolgimento, sono il segreto per una vita felice, non solo professionalmente. Spesso le metafore, gli esempi, i paragoni, gli aforismi riescono a trasmettere alla perfezione un concetto, anche complesso, poiché hanno la capacità di accrescere la fantasia del lettore con semplici riferimenti esterni, ed inoltre è proprio la sintesi il segreto per comunicare un messaggio elaborato. Nulla come questa storiella avrebbe potuto esprimere al meglio l’essenza di questo portale web. Siamo nel Medioevo, epoca in cui si lavorava non per vivere ma per sopravvivere, dove svolgere il lavoro più faticoso non era sufficiente nemmeno a sfamare la propria bocca, figuriamoci quelle di una famiglia intera, e soprattutto dove morire lavorando era la normalità. La costruzione di una cattedrale fungeva da sistema di welfare per una comunità intera: per anni la sopravvivenza di molte persone dipendeva dal cantiere e dall’indotto che vi gravitava attorno. In questo caso tre persone stavano svolgendo lo stesso lavoro: spaccavano pietre, appartenevano alla stessa generazione, ed erano egualmente pagati. Oggi diremmo: stessa età, stesso grado di fatica, e stesso salario. Eppure ognuno aveva un approccio diverso al lavoro; i primi due sopportavano una professione faticosa solamente per la finalità economica, il terzo, invece, dentro di sè nutriva un sentimento diverso, oserei dire: migliore. Infatti nell’affermazione “sto costruendo una Cattedrale” si cela il segreto di una vita lavorativa felice, dove il fine non è il semplice e basilare “dovere - obbligo di guadagno”, ma qualcosa di più grande: un insieme di sentimenti positivi. Riuscire ad identificare i sentimenti positivi, in grado di imprimere una spinta decisiva all’approccio professionale, è semplice dal lato oggettivo ma difficile da quello soggettivo. In modo oggettivo sappiamo che la motivazione rappresenta la spinta più potente per affrontare non solo il lavoro, ma qualsiasi aspetto della vita; così come l’entusiasmo e la passione. Lavorare motivati, con entusiasmo, facendo ciò che appassiona è senza dubbio il primo passo verso il successo; ma non è semplice. Ecco perché è per tutti doveroso cercare quei sentimenti positivi all’interno del proprio inconscio, in quella sfera intima e soggettiva che il nostro cuore e il nostro cervello conoscono bene. A livello soggettivo la motivazione è diversa per ogni persona: per alcuni è il benessere economico, per altri è la volontà di migliorarsi e sentirsi parte di qualcosa di grande, per altri ancora è la voglia di imparare o trasmettere insegnamenti, e così potrei continuare all’infinito. Certo l’ambiente lavorativo, l’organizzazione, il sistema di incentivi possono influenzare i sentimenti positivi, ed è questo il principale compito del leader, il quale deve mantenere alto il morale e l’entusiasmo del team. Ma “costruire” significa anche avere un’idea di partenza, un programma da attuare e da rispettare, un controllo su quanto si sta realizzando, insomma per ultimare una cattedrale occorre avere un’organizzazione. La cattedrale può essere il sogno, la meta finale da raggiungere, ma per fare in modo che si trasformi in realtà nessuno può prescindere dalla creazione di un progetto che racchiuda in sé tutto l’occorrente per giungere all’obiettivo: dall’idea iniziale fino alla posa dell’ultima goccia di vernice. Spero che i prossimi "articoli" fungano da indizio affinché ogni lettore possa disegnare un progetto per iniziare ad imitare il terzo spaccapietre, riuscendo a rispondere alla domanda: cosa stai facendo? con una risposta sicura e felice: “sto costruendo la Cattedrale”. Il sito sarà costituito da due differenti sezioni: Motivazione e Organizzazione. Nelle pagine seguenti verranno riportate numerose frasi riconducibili a grandi personaggi della storia e del pensiero, ma anche loro discorsi, esperienze e visioni. Facendo ricorso ad aforismi ed esempi ho tentato di descrivere in maniera breve, semplice e discorsiva concetti non facili da riassumere in pochi paragrafi. Come potrete vedere sono presenti cenni alle più importanti teorie elaborate da autori che stanno alla base della moderna concezione del lavoro; inoltre vi sono riferimenti a gloriose vicende storiche, imprenditoriali e sportive, nonché alcuni personali elaborati su aspetti motivazionali e organizzativi. Gran parte del lavoro che seguirà è ispirato dalla forte ammirazione che nutro nei confronti dei due padri della mentalità organizzativa e motivazionale: Dale Carnegie (1888 - 1955) e Ken Blanchard (1939). Entrambi americani, attraverso la divulgazione delle loro opere sono riusciti a migliorare la vita professionale di intere generazioni di lavoratori. Senza dilungarmi eccessivamente potrei affermare che il loro pensiero racchiude in sé una visione dell’attività lavorativa fondata sulla persona, dove il raggiungimento dei risultati non è altro che la logica conseguenza di una efficace azione organizzativa e motivante. ACE